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C'era una volta il lockdown...

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Oggi a circa un mese dal termine della quarantena ci ritroviamo qui, in bilico tra il ritiro che abbiamo vissuto, a cui guardiamo come ad un sogno fatto qualche tempo fa, e la riapertura all’esterno e alle relazioni, che stiamo attualmente vivendo.

I primi giorni è stato strano, faticoso, proprio come quando uscendo da una stanza buia gli occhi devono abituarsi ad una luce intensa, ora, mentalmente, ci siamo riadattati, ma emotivamente ci troviamo ancora in balia delle emozioni che questo rientrare in contatto ci suscita, emozioni a cui però la nostra mente è tornata (perché il lupo perde il pelo ma non il vizio) a dare poca attenzione. Perchè l’esterno fa questo effetto, ci travolge di stimoli, di pensieri, di fare e così l’interno, le emozioni, lo stare vengono messi da parte. Lo facevamo prima della quarantena e, nonostante tutti gli spergiuri, lo abbiamo rifatto anche ora. 

Proprio per questo chi decide di dedicare la propria vita alla spiritualità spesso vive in condizioni di semi-ritiro, perché il mondo reclama a gran voce la nostra attenzione e se non gliela diamo, se la prende!

Non si tratta dunque di sentirsi in colpa, se ciò che di bello per noi stessi eravamo riusciti a conquistare durante la quarantena, è stato in fretta messo da parte con la riapertura, è normale. Quello che però questo ritiro forzato può averci realmente insegnato è a cogliere la differenza tra l’essere rivolti verso l’esterno o verso l’interno, tra il fare e lo stare, consegnandoci così il potere  della scelta rispetto a dove desideriamo rivolgere la nostra attenzione. 

Come possiamo però affrontare questo momento così particolare?

 

Darsi tempo, ogni emozione è legittima

Ogni tanto proviamo a prendere una pausa da ciò che l’esterno ci richiede e proviamo ad ascoltare invece il nostro stato emotivo, e se ci chiede di procedere a piccoli passi proviamo ad assecondarlo.

 

Stabilire una routine

Così come è stato importante durante il lockdown, lo è anche ora, per non ritrovarsi sopraffatti dalle richieste provenienti dall’esterno. Dividete la giornata in momenti, pianificando un tempo per sé, per la casa, l’esercizio fisico e uno per l’esterno, la socialità, il lavoro.

 

Cercare supporto se ne si sente il bisogno

Stiamo vivendo una situazione senza precedenti e questo comporta sfide psicologiche a cui non siamo preparati, saper riconoscere la propria vulnerabilità e chiedere un sostegno è il gesto più coraggioso e gentile che possiamo compiere nei nostri riguardi.

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